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	<title>astensione Archivi - Camera Penale di Roma</title>
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	<title>astensione Archivi - Camera Penale di Roma</title>
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		<title>Il comunicato del Direttivo in risposta alle dichiarazioni del Sen. Gasparri che ha replicato alla precedente comunicazione del Direttivo.</title>
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		<pubDate>Fri, 26 Jul 2024 16:24:27 +0000</pubDate>
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					<description><![CDATA[<p>Comunicato Stampa Letto il comunicato con il quale il senatore Gasparri risponde alla nota a firma del presidente Scalise sul processo per l’omicidio del carabiniere Cerciello, riteniamo doveroso preliminarmente ribadire la paternità collegiale del documento sottoscritto dal nostro Presidente, qui intanto reiterandone integralmente il contenuto. Rimarchiamo poi che evidentemente la nostra nota ha colto nel&#8230;</p>
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]]></description>
										<content:encoded><![CDATA[<p><strong>Comunicato Stampa</strong><br />
Letto il comunicato con il quale il senatore Gasparri risponde alla nota a firma del presidente Scalise sul processo per l’omicidio del carabiniere Cerciello, riteniamo doveroso preliminarmente ribadire la paternità collegiale del documento sottoscritto dal nostro Presidente, qui intanto reiterandone integralmente il contenuto.<br />
Rimarchiamo poi che evidentemente la nostra nota ha colto nel segno, dacché nella risposta del Senatore Gasparri non individuiamo nemmeno l’ombra di una risposta nel merito delle osservazioni che abbiamo formulato.<br />
E se sugli interrogativi formulati dal senatore, che tratteggiano letture dietrologiche degne della migliore retorica giustizialista, non val la pena soffermarsi, appare invece evidente che il Senatore Gasparri non deve aver inteso il senso del nostro documento se continua a definire irrisoria la condanna e a stupirsi che i penalisti si siano doluti della sua rampogna pur non essendone destinatari.<br />
Come il Senatore Gasparri dovrebbe sapere, i penalisti non fanno politica forense a tutela propria, ma a tutela dei diritti della collettività nel processo e anche, ove necessario, a tutela della indipendenza e della autonomia della giurisdizione. Non si stupisca allora se abbiamo dedicato attenzione alle sue parole che appaiono prive di collegamenti con i fatti del processo e con la logica ricostruttiva dell’accaduto, e che sovrappongono valutazioni soggettive, del tutto legittime, a considerazioni giuridicamente piuttosto disinvolte che peraltro offendono gratuitamente la stessa funzione giudiziaria.<br />
Mentre nel nostro documento non vi è alcuna parola di insulto nei suoi confronti il Senatore Gasparri preferisce declinare le minacce irricevibili nei confronti dell’avvocatura, così evitando di confrontarsi pubblicamente e civilmente nel merito dei temi in questione.<br />
Ovviamente, ove intendesse confrontarsi con noi siamo disponibili a farlo in ogni momento ed in ogni sede.</p>
<p>&nbsp;</p>
<p><strong>Il direttivo della Camera penale di Roma</strong><br />
<strong>Il Presidente</strong><br />
<strong>Avv. Gaetano Scalise<img fetchpriority="high" decoding="async" class="alignnone size-full wp-image-8398" src="https://www.camerapenalediroma.it/wp-content/uploads/2024/07/risposta-Gasparri.png" alt="" width="988" height="465" srcset="https://www.camerapenalediroma.it/wp-content/uploads/2024/07/risposta-Gasparri.png 988w, https://www.camerapenalediroma.it/wp-content/uploads/2024/07/risposta-Gasparri-300x141.png 300w, https://www.camerapenalediroma.it/wp-content/uploads/2024/07/risposta-Gasparri-768x361.png 768w, https://www.camerapenalediroma.it/wp-content/uploads/2024/07/risposta-Gasparri-600x282.png 600w" sizes="(max-width: 988px) 100vw, 988px" /></strong></p>
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		<title>Astensione del 17 e 18 dicembre: convocata l’assemblea dei Soci</title>
		<link>https://www.camerapenalediroma.it/astensione-del-17-18-dicembre-convocata-lassemblea-dei-soci/</link>
		
		<dc:creator><![CDATA[camera penale di roma]]></dc:creator>
		<pubDate>Wed, 05 Dec 2018 16:01:55 +0000</pubDate>
				<category><![CDATA[Comunicati]]></category>
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					<description><![CDATA[<p>ASTENSIONE 17 E 18 DICEMBRE 2018 CONVOCAZIONE ASSEMBLEA DEI SOCI Si comunica ai soci che la Giunta dell’Unione delle Camere Penali Italiane ha proclamato in data 30 Novembre 2018 l’astensione dalle udienze e da ogni attività giudiziaria nel settore penale per le date del 17 e 18 Dicembre 2018. Si comunica inoltre che l’assemblea dei&#8230;</p>
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]]></description>
										<content:encoded><![CDATA[<p>ASTENSIONE 17 E 18 DICEMBRE 2018</p>
<p>CONVOCAZIONE ASSEMBLEA DEI SOCI</p>
<p>Si comunica ai soci che la Giunta dell’Unione delle Camere Penali Italiane ha proclamato in data 30 Novembre 2018 l’astensione dalle udienze e da ogni attività giudiziaria nel settore penale per le date del 17 e 18 Dicembre 2018.</p>
<p>Si comunica inoltre che l’assemblea dei soci della Camera Penale di Roma è convocata per la data del 7 dicembre 2018 alle 11:30,<br />
presso l’Aula 11 Edificio B, piano terra, Palazzo del Tribunale, per deliberare sul seguente Ordine del Giorno:</p>
<p>1) Analisi delle proposte di riforma del processo penale in fase di discussione in Parlamento: prime conclusioni del Gruppo di studio della Camera Penale di Roma</p>
<p><em>Il Presidente</em></p>
<p>Cesare Placanica</p>
<p>Il Segretario</p>
<p>Gianluca Tognozzi</p>
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		<title>Dal 20 al 23 novembre astensione dei penalisti italiani in difesa della Costituzione</title>
		<link>https://www.camerapenalediroma.it/dal-20-al-23-novembre-astensione-dei-penalisti-italiani-difesa-della-costituzione/</link>
		
		<dc:creator><![CDATA[camera penale di roma]]></dc:creator>
		<pubDate>Thu, 08 Nov 2018 15:46:02 +0000</pubDate>
				<category><![CDATA[Comunicati]]></category>
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		<category><![CDATA[Notizie da UCPI]]></category>
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		<category><![CDATA[prescrizione]]></category>
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					<description><![CDATA[<p>Dal Sito Ucpi la delibera della Giunta dell&#8217;Unione che delibera l&#8217;astensione dei penalisti dal 20 al 23 novembre: GIUNTA DELL’UNIONE DELLE CAMERE PENALI ITALIANE Delibera dell’8 novembre 2018 I PENALISTI ITALIANI PROMUOVONO LA MOBILITAZIONE DELLA COMUNITA’ DEI GIURISTI IN DIFESA DELLA COSTITUZIONE. GIUSTO PROCESSO, TERZIETA’ DEL GIUDICE, RAGIONEVOLE DURATA DEI PROCESSI, PRESUNZIONE DI NON COLPEVOLEZZA,&#8230;</p>
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]]></description>
										<content:encoded><![CDATA[<p>Dal Sito Ucpi la delibera della Giunta dell&#8217;Unione che delibera l&#8217;astensione dei penalisti dal 20 al 23 novembre:</p>
<p><strong>GIUNTA DELL’UNIONE DELLE CAMERE PENALI ITALIANE</strong></p>
<p><strong>Delibera dell’8 novembre 2018</strong></p>
<p>I PENALISTI ITALIANI PROMUOVONO LA MOBILITAZIONE DELLA COMUNITA’ DEI GIURISTI IN DIFESA DELLA COSTITUZIONE.</p>
<p>GIUSTO PROCESSO, TERZIETA’ DEL GIUDICE, RAGIONEVOLE DURATA DEI PROCESSI, PRESUNZIONE DI NON COLPEVOLEZZA, LIBERTA’ PERSONALE, FUNZIONE RIEDUCATIVA DELLA PENA: QUESTE LE RISPOSTE AI PROGETTI DI CONTRORIFORMA DELLA GIUSTIZIA PENALE.</p>
<p>PROCLAMATA L’ASTENSIONE DALLE UDIENZE PER I GIORNI 20, 21, 22 E 23 NOVEMBRE 2018</p>
<p>&nbsp;</p>
<p>Pesanti nubi si addensano intorno al sistema penale del nostro Paese. Com’era prevedibile la connotazione populista dell’attuale maggioranza di Governo sta determinando l’adozione da parte delle forze politiche che la compongono di sciagurate iniziative destinate ad incidere sui meccanismi della giustizia penale.</p>
<p>La maggioranza parlamentare si sta attrezzando per una accelerazione che conduca in tempi rapidissimi alla approvazione del Disegno di Legge in materia di “Misure di contrasto dei reati contro la P.A.” attualmente all’esame delle Commissioni Giustizia e Affari costituzionali della Camera dei Deputati.</p>
<p>È in relazione a tale Disegno di Legge che, come noto, è stato presentato l’emendamento governativo per l’abolizione della prescrizione dopo la sentenza di primo grado.</p>
<p>In questi giorni è stata incessante l’iniziativa dei penalisti italiani per denunziare sia la gravità del progetto sia lo strumento individuato.</p>
<p>L’Unione delle Camere Penali si è resa protagonista di una campagna di denuncia del tentativo di colpo di mano di procedere con un emendamento alla sostanziale soppressione di un istituto di garanzia.</p>
<p>La prescrizione nel nostro ordinamento è chiamata tra l’altro a svolgere la funzione di presidio del principio costituzionale della ragionevole durata del processo. Soppresso tale equilibratore il tempo dell’accertamento diviene infinito, definitivamente trasformandosi il processo stesso in pena, con evidenti ricadute sulla stabilità dei rapporti giuridici.</p>
<p>Nella scorsa legislatura è già intervenuta la riforma della prescrizione –avversata dagli avvocati penalisti – che, concedendo un allungamento del tempo necessario a prescrivere per le fasi delle impugnazioni, ha già determinato l’inaccettabile procrastinarsi del processo penale.</p>
<p>Nel nuovo progetto addirittura non si distingue tra sentenza di condanna o di assoluzione, così determinando incertezza anche nella condizione di chi sia stato assolto dal primo Giudice.</p>
<p>Va poi ricordato che una mano tecnica si è inserita nella stesura della proposta ripristinando la disciplina prevista dal codice Rocco in materia di continuazione allungando, anche per questa via, i termini prescrizionali.</p>
<p>Intorno all’iniziativa dell’Unione si sono coagulate prese di posizione di autorevolissimi esponenti dell’Accademia e di quella parte della Magistratura che ha a cuore i principi del giusto processo.</p>
<p>Le forze di Governo stanno tuttavia dimostrando di voler pervicacemente perseguire, attraverso l’adozione di ulteriori iniziative parlamentari, l’obiettivo della abrogazione della prescrizione, addirittura iscrivendola in una minacciosa prospettiva di generale riforma del processo, le cui premesse sloganistiche sono già sufficienti a dare il segno di una dissennata deriva giustizialista e populista. E ciò senza alcun confronto con la comunità dei giuristi che nel suo insieme ha espresso la contrarietà a tale modo di operare.</p>
<p>D’altro canto, i primi interventi legislativi in tema di giustizia penale non lasciano adito a dubbi.</p>
<p>Sul merito del Disegno di Legge per la repressione dei reati contro la P.A., l’Unione ha già avuto modo di segnalarne incongruenza ed inutilità. Le specifiche norme si distinguono per la loro incompatibilità con il dettato costituzionale. L’armamentario è quello dell’inasprimento delle pene principali, della previsione di pene accessorie perpetue, addirittura in grado di sopravvivere alla riabilitazione.</p>
<p>Il Progetto introduce di fatto l’inquietante figura dell’agente infiltrato, attraverso la scorciatoia della speciale causa di non punibilità per l’autore del reato il quale non solo si manifesti ma consenta la individuazione, anche con collaborazione investigativa, dei correi. L’idea di fondo della riforma -inaccettabile per uno Stato democratico-  è che l’organizzazione della Pubblica Amministrazione meriti di essere trattata come un fenomeno di criminalità organizzata, con ulteriore aggravio delle procedure anziché la previsione della loro semplificazione.</p>
<p>La condizione del carcere sorregge poi il percorso di espiazione essendo reso assai più difficile l’accesso alle misure alternative quali l’affidamento in prova. La confisca sopravvive alla prescrizione.</p>
<p>Se così alla Camera, il Senato della Repubblica si sta distinguendo quale fucina dei propositi giustizialisti della maggioranza parlamentare. È di recente intervenuta l’approvazione del Disegno di Legge in materia di legittima difesa modificando la struttura della scriminante in modo tale da prevedere (peraltro illusoriamente) la limitazione dello spazio per la doverosa valutazione da parte del Giudice delle condizioni per la sussistenza del presupposto della proporzione tra la difesa e l’offesa, così evocandosi la legittimità di forme di giustizia privata.</p>
<p>Approvata dal Senato è anche la Legge di modifica del giudizio abbreviato.</p>
<p>L’analisi specifica dei sei articoli porta semplicemente a segnalare come non sia più prevista la possibilità di definire il procedimento nelle forme del giudizio abbreviato per i reati puniti con l’ergastolo, la previsione di meccanismi di recupero della diminuente qualora l’imputato chieda il giudizio speciale ora per allora nella speranza di una diversa qualificazione del fatto, la competenza della Corte di Assise &#8211; dunque anche con la componente dei Giudici popolari &#8211;  per la celebrazione del rito abbreviato per i reati di riferimento.</p>
<p>Il Disegno di Legge interviene poi con una modifica della parte generale del codice penale, inserendo la limitazione dei meccanismi di prevalenza ed equivalenza nell’attività di bilanciamento delle aggravanti speciali.</p>
<p>Tale intervento è destinato a ridisegnare il senso e il ruolo dei riti speciali.</p>
<p>È ben nota la natura di stampo inquisitorio del giudizio abbreviato, tollerata dal sistema solo per la sua portata deflattiva alla quale necessariamente si accompagna l’aspetto premiale.</p>
<p>L’intervento odierno cambia la prospettiva, mortificando il presupposto della deflazione, in aperta contraddizione con le sbandierate intenzioni di velocizzazione del processo penale, impedendo il rito proprio per quei reati ai quali è associata la tremenda sanzione dell’ergastolo.</p>
<p>Quanto all’intervento sul meccanismo di bilanciamento attenuanti-aggravanti la maggioranza parlamentare ha inteso intervenire nella regolamentazione del concorso eterogeneo di circostanze senza tener conto delle chiare indicazioni della Corte Costituzionale che ha già avuto modo di pronunciarsi sulla illegittimità di simili previsioni.</p>
<p>Si tratta insomma, all’evidenza, di una riforma che tende ancora una volta ad individuare nel processo uno strumento di vendetta sociale.</p>
<p>Ed infine, il Senato della Repubblica ha appena approvato il c.d. “Decreto sicurezza”. Il ricorso al voto di fiducia ha impedito la discussione e gli approfondimenti proposti, per il tramite degli emendamenti, di una legge destinata ad incidere profondamente nelle delicatissime materie di intervento.</p>
<p>La svolta autoritaria prevede l’abolizione della protezione umanitaria, individuando pochi casi che consentono il rilascio del titolo di soggiorno. La misura, nella sua burocratica semplificazione, è certamente destinata ad alimentare il fenomeno di clandestinità.</p>
<p>Contraria al dettato costituzionale e ai principi fondamentali in materia di libertà personale è la previsione del trattenimento delle persone prima in strutture temporanee per l’accertamento della loro identità e poi nei c.d. centri di permanenza per il rimpatrio, misura restrittiva prolungata fino a sei mesi. Si tratta di una pena senza delitto che per di più si consuma in condizioni inumane e degradanti, tale essendo la realtà dei centri di permanenza.</p>
<p>I capi della maggioranza di Governo continuano ad annunciare ulteriori riforme del diritto processuale penale, prospettando soluzioni la cui vaghezza si accompagna alla volontà di restringere garanzie e diritti della difesa.</p>
<p>Vi è nei penalisti italiani grande preoccupazione per tali ipotesi di riforma e per gli immaginati scenari che mirano a sottrarre pezzi di libertà e di garanzie di ciascuna persona e prefigurano la autoritaria involuzione delle leggi penali; ma vi è anche forte determinazione nel respingere un così imponente attacco ai principi del diritto penale liberale e del giusto processo.</p>
<p>L’Unione delle Camere Penali ha dimostrato con la mobilitazione di questi giorni che unità di intenti e determinazione nell’iniziativa sono in grado di richiamare l’attenzione della pubblica opinione sulla reale portata di questi scomposti interventi di riforma della giustizia penale, determinando contraddizioni e ripensamenti nella stessa maggioranza di governo che ha dovuto infine differire di un anno l’entrata in vigore di quello scellerato emendamento sulla prescrizione dei reati.</p>
<p>Solo un percorso di confronto, di partecipazione, di verifica tecnica che parta dalla dichiarata condivisione dei principi costituzionali di garanzia e di libertà – confronto al quale l’Unione è disponibile – può e deve caratterizzare le riforme in materia penale. A tutto ciò, all’evidenza, intende sottrarsi l’attuale maggioranza politica.</p>
<p>L’Unione delle Camere Penali ritiene necessario procedere a una forma di protesta più radicale al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica, tutte le sedi di giurisdizione, le istituzioni parlamentari e governative sulla grave situazione di pregiudizio per le libertà individuali, denunziando la svolta illiberale che si intende imprimere al processo penale.</p>
<p>Così evidenziato il chiarissimo segno autoritario delle iniziative legislative qui esaminate, l’U.C.P.I. chiama a raccolta, nell’ambito delle proprie manifestazioni, l’Avvocatura tutta, l’Accademia, la Magistratura, le rappresentanze delle forze politiche parlamentari, per sviluppare il confronto sulla gravità della situazione venutasi a determinare e per costruire una nuova comunicazione sociale fondata sulle idee di un diritto penale non vendicativo e sui principi del giusto processo.</p>
<p>Processo e democrazia sono nati insieme, smantellare l’uno significa demolire l’altra.</p>
<p>Tutto quanto sopra premesso e considerato, la Giunta dell’Unione delle Camere Penali Italiane</p>
<p>DELIBERA</p>
<p>secondo le vigenti regole di autoregolamentazione, nel rispetto della sentenza della Corte Costituzionale n. 180 del 2018  e dunque con esclusione dei processi con imputati detenuti in custodia cautelare, l’astensione dalle udienze e da ogni attività giudiziaria nel settore penale nei giorni 20, 21, 22 e 23 novembre 2018, (esclusi i circondari di Salerno e Trieste interessati da astensioni indette dalle Camere Penali territoriali con delibere rispettivamente 24 ottobre 2018 e del 23 ottobre 2018);</p>
<p>CONVOCA</p>
<p>in Roma per il giorno 23 novembre 2018, con modalità che saranno tempestivamente rese note, una manifestazione nazionale in difesa dei valori costituzionali richiamati in delibera;</p>
<p>INVITA</p>
<p>le Camere Penali territoriali ad organizzare nei precedenti giorni di astensione iniziative locali ed eventi sui temi oggetto della presente delibera;</p>
<p>DISPONE</p>
<p>la trasmissione della presente delibera al Presidente della Repubblica, ai Presidenti della Camera e del Senato, al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro della Giustizia, ai Capi degli Uffici giudiziari.</p>
<p>Roma, 8 novembre 2018</p>
<p>Il Presidente dell&#8217;Unione delle Camere Penali Italiane</p>
<p>Avv. Gian Domenico Caiazza</p>
<p>Il Segretario dell&#8217;Unione delle Camere Penali Italiane</p>
<p>Avv. Eriberto Rosso</p>
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			</item>
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		<title>Tragedia di Rebibbia: la CPR delibera l’astensione dalle udienze il 18 ottobre</title>
		<link>https://www.camerapenalediroma.it/tragedia-rebibbia-la-cpr-delibera-lastensione-dalle-udienze-18-ottobre/</link>
		
		<dc:creator><![CDATA[camera penale di roma]]></dc:creator>
		<pubDate>Wed, 03 Oct 2018 06:38:04 +0000</pubDate>
				<category><![CDATA[carcere]]></category>
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		<category><![CDATA[Verbali Direttivo]]></category>
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		<category><![CDATA[Rebibbia]]></category>
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					<description><![CDATA[<p>TRAGEDIA DI REBIBBIA: ASTENSIONE DALLE UDIENZE GIOVEDÌ 18 OTTOBRE. Questa sera il Direttivo della Camera Penale di Roma, ha deliberato per il prossimo 18 ottobre, ad un mese esatto dalla inumana vicenda di Rebibbia, che ha visto la morte di due bambini reclusi in carcere insieme alla madre, l’astensione degli Avvocati penalisti dalle udienze. La&#8230;</p>
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										<content:encoded><![CDATA[<p>TRAGEDIA DI REBIBBIA: ASTENSIONE DALLE UDIENZE GIOVEDÌ 18 OTTOBRE.</p>
<p>Questa sera il Direttivo della Camera Penale di Roma, ha deliberato per il prossimo 18 ottobre, ad un mese esatto dalla inumana vicenda di Rebibbia, che ha visto la morte di due bambini reclusi in carcere insieme alla madre, l’astensione degli Avvocati penalisti dalle udienze.<br />
La morte di due innocenti creature, uccise dalla stessa madre, scuote la coscienza di tutti noi.<br />
Ma non possiamo accettare l’indignazione formale e la sterile ricerca dei responsabili di quello che é accaduto.<br />
Vogliamo domandarci perché una giovane donna affetta da seri problemi psichici e i suoi bambini siano stati, di fatto, abbandonati al loro destino.<br />
Riflettere anche sullo stato attuale della giurisprudenza in materia di misure cautelari.<br />
Ecco perché ad un mese esatto dalla tragedia abbiamo inteso deliberare una giornata di astensione, organizzando al contempo un incontro- dibattito dedicato a quello che é successo.<br />
Per sconfiggere il silenzio, parlarne, sperare che quel che é accaduto non accada mai più.</p>
<p>L'articolo <a href="https://www.camerapenalediroma.it/tragedia-rebibbia-la-cpr-delibera-lastensione-dalle-udienze-18-ottobre/">Tragedia di Rebibbia: la CPR delibera l’astensione dalle udienze il 18 ottobre</a> proviene da <a href="https://www.camerapenalediroma.it">Camera Penale di Roma</a>.</p>
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			</item>
		<item>
		<title>Riforma penitenziaria: &#8220;ci vuole coraggio&#8221;</title>
		<link>https://www.camerapenalediroma.it/riforma-penitenziaria-ci-vuole-coraggio/</link>
		
		<dc:creator><![CDATA[camera penale di roma]]></dc:creator>
		<pubDate>Thu, 03 May 2018 14:03:23 +0000</pubDate>
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		<category><![CDATA[Eventi Camera Penale]]></category>
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					<description><![CDATA[<p>L'articolo <a href="https://www.camerapenalediroma.it/riforma-penitenziaria-ci-vuole-coraggio/">Riforma penitenziaria: &#8220;ci vuole coraggio&#8221;</a> proviene da <a href="https://www.camerapenalediroma.it">Camera Penale di Roma</a>.</p>
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			<p><em>&#8220;Ci vuole coraggio&#8221;: è parafrasando John Kennedy che il Presidente della CPR Cesare Placanica ha inaugurato i lavori della manifestazione nazionale organizzata dall&#8217;Unione delle Camere Penali e dalla Camera Penale di Roma &#8220;</em>Sì alla riforma penitenziaria. Ripristiniamo la legalità nelle carceri<em>&#8220;, appuntamento che coincide con la seconda giornata d&#8217;astensione proclamata dall&#8217;Ucpi per dire sì (definitivamente) all&#8217;approvazione della riforma sull&#8217;ordinamento penitenziario. </em></p>
<p><em>L&#8217;evento, patrocinato dal Consiglio Nazionale Forense, ha visto la partecipazione non solo di esponenti dell&#8217;avvocatura e ma anche della magistratura, del giornalismo e delle istituzioni. Qui un breve resoconto di quanto emerso in questa giornata di partecipazione e di proposta (e protesta) democratica.</em></p>
<p><b>Cesare Placanica</b>, Presidente della Camera Penale di Roma:</p>
<blockquote><p>
Dai &#8220;Ritratti del coraggio&#8221; di John Fitzgerald Kenndey alla riforma penitenziaria: abbiamo il dovere morale di provarci fino all&#8217;ultimo. Invito la classe politica ad avere coraggio, a fare ciò che si ritiene necessario: approvare la riforma dell&#8217;ordinamento penitenziario contrastando il comune sentire populista, distorto e becero per far prevalere il buon senso rispetto a scelte impopolari ma assolutamente necessarie.
</p></blockquote>
<p><strong>Giovanni Maria Flick</strong>, Presidente emerito della Corte Costituzionale:</p>
<blockquote><p>
È una vergogna che non si sia parlato durante la campagna elettorale di carcere. Voglio capire di cosa si debba parlare se non dei diritti fondamentali. Ecco perché sono estremamente perplesso sul clamore elevatosi all&#8217;uscita della sentenza di Palermo che ha avuto un indirizzo ben preciso: cioè chi allora per le riforma del carcere lavora per la mafia, è un&#8217;accusa che io rifiuto con sdegno. Durante la campagna elettorale non si è mai parlato di carcere. E&#8217; indegna l’affermazione secondo la quale l’approvazione della riforma sia una trattativa con la mafia. Il governo ha impiegato troppo tempo per la riforma e avrebbe potuto evitare quello che poi si è verificato. Siamo nella situazione di un governo che ha la delega ma non esiste e un di Parlamento che ha votato e non esiste. Chi è in carcere deve avere speranza che percorrendo la la strada giusta, si può rientrare nel consorzio civile.
</p></blockquote>
<p><strong>Mauro Palma</strong>, Garante delle persone detenute:</p>
<blockquote><p>
In una situazione di vuoto politico incapace di dare nuove parole per spiegare la realtà servono i corpi intermedi che debbono farsi carico non solo dei provvedimenti ma di costruire culture diverse e e parole diverse per raccontare la complessità delle carceri
</p></blockquote>
<p><strong>Rita Bernardini</strong>, Coordinatrice della Presidenza del PRNTT:</p>
<blockquote><p>
Il carcere è una realtà di sofferenza e di disperazione (atti contro le persone, fino al suicidio). Nelle carceri incontriamo moltissimi tossici dipendenti, malati psichiatrici, poveri delle periferie degradate. La realtà del carcere è fatta di sofferenza e disperazione. Tolti gli stranieri il 70% proviene dal Sud. Questo è un dato che ci fa riflettere. La cosa più difficile di questo paese è discutere di giustizia perché l&#8217;unica di cui si può discutere è quella dei grandi processi. La discussione sulla giustizia che riguarda il cittadino è assente.
</p></blockquote>
<p><strong>Andrea Mascherin</strong>, Presidente del CNF:</p>
<blockquote><p>
Non si può parlare tutti di tutto. Noi trattiamo temi da giuristi ma gli altri non capiscono perché non conoscono la materia, tra questi la categoria dei cittadini non ha responsabilità istituzionale. Chi ha responsabilità istituzionale non può parlare di cose che non conosce. La politica prima tra tutti. Titolari a parlare di diritti fondamentali sono avvocati magistrati e Accademia, abbiamo una situazione sociale in cui il bisogno di competenza è pretermesso mentre assume a valore la verginità culturale. Il nostro impegno sociale cresce in questi momenti è il grande momento dell’avvocatura, c’è un vuoto culturale e ideologico da colmare che noi possiamo colmare. Il cittadino può certo seguire la competenza ma non ha riferimenti oggi, quindi segue gli slogan. L’avvocatura può colmare il vuoto in un momento in cui la democrazia è in pericolo. Oggi siamo vincenti perché portatori di cultura dei diritti e di una società solidale. Dobbiamo avere la capacità di trasmettere questa cultura. La strategia è far arrivare in cdm la riforma attraverso una serie di comunicazioni ai cittadini. Bisogna riconoscere che solo il governo oggi esistente per gli affari correnti può portare a termine il risultato. La stampa in parte si fa interprete di queste esigenze ma non tutta mentre alcune parti politiche sono contrarie, soprattutto quei partiti che hanno vinto le elezioni. La Presidenza del Consiglio è convinta e il parere è trasmesso (non necessaria commissione speciale) quindi bisogna insistere con cdm e presidente della Repubblica.<br />
Polidoro: i detrattori della riforma sono contrari a prescindere, è mancato un vero dibattito giuridico sul dissenso. È un dissenso senza spiegazione. L’avvocatura resta il baluardo della difesa e c’è un dovere politico di arrivare a qualcosa di concreto. Dobbiamo anche pensare a cosa fare se tutto si ferma.
</p></blockquote>
<p><strong>Beniamino Migliucci</strong>, Presidente dell&#8217;Unione delle Camere Penali Italiane:</p>
<blockquote><p>
Se si leggesse con attenzione questa riforma si capirebbe che non è uno sblocca carceri. Questa non è una riforma scritta da Al Capone ma da accademici che hanno deciso di attualizzare la Gozzini e che incide proprio sulla sicurezza. Dal &#8217;75 ad oggi sono diminuiti gli omicidi in carcere e le rivolte. Sarebbe vergognoso essere richiamati dall&#8217;Europa per la seconda volta dopo la sentenza Torregiani. La situazione delle carceri, nonostante tutto, è tornata ad essere indecente. Molti istituti sono obsoleti e ci sono delle celle dove i detenuti fanno ancora contemporaneamente i bisogni, dormono, mangiano. Bisogna comprendere che le pene alternative hanno avuto successo e serve ragionare sui dati effettivi. Certo, sulla stampa non esce nemmeno il Papa quando parla di queste cose eppure basterebbe con obiettività soffermarsi e capire che di questo, dell&#8217;educazione, la riforma si occupa. Qualcuno prima di criticarla sarebbe bene la leggesse e la capisse. Questa riforma non è uno svuota-carceri. Nelle carceri la situazione è diventata nuovamente esplosiva con quasi 58.500 detenuti, ma la riforma non serve a svuotarle, ma contribuisce a risolvere i problemi. Sarebbe vergognoso essere richiamati dall&#8217;Europa sulle carceri per la seconda volta.
</p></blockquote>
<p><strong>Giovanni Legnini</strong>, Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura:</p>
<blockquote><p>
Un appello al Parlamento, al nuovo Parlamento, affinché esprima al più presto i pareri previsti, per consentire al legislatore delegato di completare l&#8217;iter della riforma dell&#8217;ordinamento penitenziario. Come avvocato e come uomo delle istituzioni condivido totalmente la posizione delle Camere penali su questa materia e la sostengo. Quanto al Csm, ha offerto un punto di vista approfondito nei pareri sul disegno di legge di riforma e poi sul decreto delegato. Questa riforma è figlia degli Stati generali dell&#8217;esecuzione penale, delle battaglie dei Radicali, che ho condiviso e condivido, della giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell&#8217;uomo, della Corte Costituzionale e della Cassazione, è figlia dell&#8217;apporto di accademici, operatori del settore, della magistratura di sorveglianza: di fronte a un apporto così corale e specialistico, non si può sostenere che la riforma produrrebbe effetti svuotacarceri o sui detenuti al 41bis: bisogna avere l&#8217;umiltà di entrare nel merito, e nel merito quei problemi non ci sono.
</p></blockquote>
<p><strong>Paola Balducci</strong>, Presidente della VI Commissione del CSM:</p>
<blockquote><p>
Abbiamo creato un gruppo di lavoro che si riunirà la prossima settimana per sostenere con forza la sua approvazione. Noi ci siamo e ci saremo sempre. Bisogna fronteggiare questo populismo imperante in una situazione politica così delicata dove l&#8217;ansia di sicurezza rischia di mettere da parte questa riforma. Mobilitiamoci per vedere se è possibile chiudere il percorso. Questa è una battaglia di civiltà e i nostri costituenti con l&#8217;articolo 27 ce lo ricordano. Forse questa politica dovrebbe rileggere la Costituzione, ogni tanto la dimentica.
</p></blockquote>

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		<title>Mancata riforma ordinamento penitenziario: l&#8217;astensione dei penalisti il 2 e il 3 maggio 2018</title>
		<link>https://www.camerapenalediroma.it/mancata-riforma-ordinamento-penitenziario-lastensione-dei-penalisti-2-3-maggio-2018/</link>
		
		<dc:creator><![CDATA[camera penale di roma]]></dc:creator>
		<pubDate>Thu, 12 Apr 2018 12:45:58 +0000</pubDate>
				<category><![CDATA[Comunicati]]></category>
		<category><![CDATA[CPR News]]></category>
		<category><![CDATA[Delibere]]></category>
		<category><![CDATA[Notizie da UCPI]]></category>
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					<description><![CDATA[<p>L&#8217;Unione delle Camere Penali Italiane, rilevato il mancato inserimento dei decreti legislativi attuativi della Riforma Penitenziaria nei lavori delle Commissioni speciali parlamentari, evidenziato quanto riportato nell&#8217;allegata delibera odierna, ritenendo necessaria &#8211; ancora una volta in prima linea nel richiedere il rispetto dei diritti di tutti i detenuti &#8211;  una ulteriore ed immediata presa di posizione&#8230;</p>
<p>L'articolo <a href="https://www.camerapenalediroma.it/mancata-riforma-ordinamento-penitenziario-lastensione-dei-penalisti-2-3-maggio-2018/">Mancata riforma ordinamento penitenziario: l&#8217;astensione dei penalisti il 2 e il 3 maggio 2018</a> proviene da <a href="https://www.camerapenalediroma.it">Camera Penale di Roma</a>.</p>
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										<content:encoded><![CDATA[<p><em>L&#8217;Unione delle Camere Penali Italiane, rilevato il mancato inserimento dei decreti legislativi attuativi della Riforma Penitenziaria nei lavori delle Commissioni speciali parlamentari, evidenziato quanto riportato nell&#8217;allegata delibera odierna, ritenendo necessaria &#8211; ancora una volta in prima linea nel richiedere il rispetto dei diritti di tutti i detenuti &#8211;  una ulteriore ed immediata presa di posizione dell&#8217;Avvocatura penale  che unifichi e coordini gli sforzi di tutti coloro che si sono impegnati per l&#8217;attuazione della Riforma, e di dover porre in essere una mobilitazione nazionale, alla quale vorranno certamente aderire tutte le rappresentanze dell&#8217;Avvocatura,  per riaffermare, assieme a tutti coloro che in questi mesi si sono espressi a favore di una sollecita ed integrale approvazione dei decreti, il forte dissenso dell&#8217;Avvocatura penale nei confronti di una politica che calpesta i diritti fondamentali dei detenuti, negando i principi propri della Costituzione e dei trattati internazionali da tempo sottoscritti dall&#8217;Italia, delibera la astensione dalle udienze e da ogni attività giudiziaria penale nei giorni 2 e 3 maggio 2018, organizzando per il 3 maggio 2018, in Roma, una manifestazione nazionale con la quale sensibilizzare la politica, l&#8217;opinione pubblica e l&#8217;informazione, al fine di ottenere l&#8217;inserimento dei Decreti Legislativi approvati dal Consiglio dei Ministri nell&#8217;ordine del giorno delle Commissioni speciali, indicendo una conferenza stampa per il giorno 16 aprile 2018, al fine di spiegare le ragioni della protesta e della iniziativa dei penalisti italiani anche per comunicare e valorizzare i dati statistici sulla incidenza della recidiva, che dimostrano come l&#8217;effettiva applicazione delle misure alternative, piuttosto che la indistinta cancerizzazione, costituisca un reale incremento della sicurezza di tutti i cittadini, riservandosi ogni ulteriore iniziativa volta all&#8217;ottenimento della sollecita entrata in vigore della riforma.</p>
<p></em></p>
<p>Di seguito la delibera Ucpi</p>
<p><strong>GIUNTA DELL&#8217;UNIONE DELLE CAMERE PENALI ITALIANE<br />
Delibera del 12 aprile 2018</strong></p>
<p>La Giunta dell’Unione delle Camere Penali Italiane,</p>
<p><strong>PREMESSO</strong></p>
<p>&#8211; che la riforma dell’ordinamento penitenziario, rispondendo ad una reale necessità di riscatto dell’intero sistema penitenziario, dopo la condanna europea del 2013, ha creato una aspettativa non solo nel mondo dei reclusi, ma in tutti quei settori della società consapevoli della centralità del sistema delle pene e della esecuzione penale per la compiuta realizzazione di ogni moderna democrazia;</p>
<p>&#8211; che la compiuta riaffermazione, dopo oltre quaranta anni, delle finalità rieducative e di reinserimento sociale del condannato, nella luce dei principi affermati dall’art. 27 comma 3 della Costituzione, costituisce un importantissimo punto di riferimento per la compiuta riaffermazione dello stato di diritto e per la ricollocazione del nostro sistema penitenziario nell’ambito dei principi comunitari;</p>
<p>&#8211; che gli Stati Generali dell’esecuzione penale, nel cui ambito si sono riunite l’Accademia, l’Avvocatura e la Magistratura, hanno prodotto una riforma con la quale si è tentato di ricucire lo strappo della legislazione del doppio binario emergenziale, abolendo le ostatività e gli automatismi introdotti con l’art. 4-bis ord. pen.;</p>
<p>&#8211; che, nel corso della lunga e travagliata vicenda della approvazione delle riforma Orlando, l’UCPI ha più volte richiesto al Governo lo stralcio della riforma penitenziaria, sulla quale far convergere i consensi della maggioranza, al fine di accelerarne l’approvazione, ma che tale richiesta è stata sempre respinta ponendo l’approvazione della riforma penitenziaria in coda alla legislatura per mere ragioni elettorali, con ciò solo rischiando di disperdere le preziose risorse scientifiche e culturali e le aspettative politiche ed umane create dal progetto di  riforma;</p>
<p>&#8211; che la richiesta formulata solo ieri, ancora una volta con grave ritardo, dal Ministro Andrea Orlando è, nei fatti, in contraddizione con la mancanza di riscontro alle suddette richieste e con i ritardi colpevoli con i quali si è ritenuto di giungere alla tardiva e parziale approvazione dei Decreti attuativi della riforma solo dopo il confronto elettorale;</p>
<p>&#8211; che il mancato inserimento dei decreti legislativi attuativi della Riforma Penitenziaria nei lavori delle Commissioni speciali parlamentari si pone nettamente in contrasto con la proclamata centralità del Parlamento, dimostrando come in verità leggi frutto di una faticosa e approfondita meditazione e di ampia condivisione politica, giuridica e culturale possano essere agevolmente accantonate e dimenticate;</p>
<p>&#8211; che si finge, irresponsabilmente, che non vi siano ragioni di urgenza,  di umanità e di civiltà, che impongano di intervenire e che non siano invece drammatiche le condizioni di un sistema nel quale i suicidi si susseguono al ritmo di uno alla settimana, nel quale la salute non è garantita, e l’opera di osservazione, di trattamento e di risocializzazione é sostanzialmente interdetta dal sovraffollamento e da numeri oramai tornati a limiti tali da riproporre complessivi profili di sicurezza oltre che di decenza;</p>
<p>&#8211; che la politica intera, con la sua colpevole inerzia, non solo pone nel nulla una riforma che, nonostante i suoi limiti e le sue carenze, costituisce un fondamentale punto di partenza per lo sviluppo di una moderna politica penitenziaria, ma assume su di sé la gravissima responsabilità di esporre nuovamente il Paese alle sanzioni dell’Europa che graveranno inevitabilmente su tutti i cittadini;</p>
<p>&#8211; che è, pertanto, necessaria una ulteriore ed immediata presa di posizione dell’Avvocatura penale  che unifichi e coordini gli sforzi di tutti coloro che si sono impegnati per l’attuazione della Riforma dovendosi, da un lato, necessariamente ottemperare all’obbligo imposto dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo e risultando, dall’altro, evidente l’insuccesso di una politica esclusivamente carcerogena e carcerocentrica che, ponendosi in contrasto con il principio costituzionale dell’art. 27, colloca esclusivamente nell’esecuzione delle pene detentive le aspettative securitarie della intera collettività;</p>
<p>&#8211; che l’U.C.P.I. ritiene di dover essere ancora una volta in prima linea nel richiedere il rispetto dei diritti di tutti i detenuti invitando tutte le forze parlamentari affinché venga attuata la politica riformatrice e la realizzazione di un sistema penitenziario conforme ai principi della Costituzione e della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo;</p>
<p>&#8211; che, tutti coloro che hanno a cuore lo stato di diritto e che ritengono di dover porre, al centro della loro azione politica, le garanzie dei cittadini ed i principi costituzionali della finalità rieducativa della pena e della dignità della persona, non possono rimanere inerti di fronte al tradimento dei valori che hanno ispirato la riforma;</p>
<p>&#8211; che l’UCPI ritiene pertanto necessario porre in essere una mobilitazione nazionale, alla quale vorranno certamente aderire tutte le rappresentanze dell’Avvocatura,  per riaffermare assieme a tutti coloro che in questi mesi si sono espressi a favore di una sollecita ed integrale approvazione dei decreti, il forte dissenso dell’Avvocatura penale nei confronti di una politica che calpesta i diritti fondamentali dei detenuti, negando i principi propri della Costituzione e dei trattati internazionali da tempo sottoscritti dall’Italia;</p>
<p><strong>DELIBERA</strong></p>
<p>nel rispetto del codice di autoregolamentazione, l’astensione dalle udienze e da ogni attività giudiziaria nel settore penale per i giorni 2 e 3 maggio 2018, organizzando per il 3 maggio 2018, in Roma, una manifestazione nazionale con la quale sensibilizzare l’opinione pubblica e l’informazione, richiedendo al Parlamento tutto, ai Presidenti di Camera e Senato, ai Gruppi parlamentari ed ai Presidenti delle Commissioni speciali, di porre in essere quanto possibile al fine di ottenere l’inserimento dei Decreti Legislativi approvati dal Consiglio dei Ministri nell’ordine del giorno delle Commissioni speciali, indicendo una conferenza stampa per il giorno 16 aprile 2018, al fine di spiegare le ragioni della protesta e della iniziativa dei penalisti italiani ed attivando, altresì, ogni strumento comunicativo volto alla diffusione ed alla valorizzazione dei dati statistici sulla incidenza della recidiva, che dimostrano come l’effettiva applicazione delle misure alternative, piuttosto che la indistinta cancerizzazione, costituisca un reale incremento della sicurezza di tutti i cittadini, riservandosi ogni ulteriore iniziativa volta all’ottenimento della sollecita entrata in vigore della riforma;</p>
<p><strong>DISPONE</strong></p>
<p>la trasmissione della presente delibera al Presidente della Repubblica, ai Presidenti della Camera e del Senato, al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro della Giustizia, ai Capi degli Uffici giudiziari.</p>
<p>Il Presidente, Beniamino Migliucci</p>
<p>Il Segretario, Francesco Petrelli</p>
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